OGGI A FRAGALA'
Viaggio storico naturalistico sul luogo dei fatti
A distanza di 75 anni da quel tragico evento, mi appresto questa mattina di agosto, a ripercorrere in macchina, i luoghi dell'avvenuto eccidio. L'intento è quello di far conoscere i luoghi di questa vasta area situata a nord-ovest del territorio di Melissa per metterne in risalto le ragioni storico-paesaggistiche per mezzo delle immagini, che chiaramente non saranno esaustive per comprendere la metamorfosi dei luoghi ove, oggi, la pianta dell'ulivo copre quasi integralmente questa parte del territorio.
Per arrivare sul luogo ove sono avvenuti i cosiddetti fatti di Fragalà, posso prendere la strada, che dall'abbeveratoio di Tiddriola (Rione Chiusi) mi conduce al ponte di Passeri e salire per Fragalà, oppure attraversare il paese lungo la strada provinciale 12 , salire in alto fino al rione Piana Degli Angeli (soluzione che ho preferito), dopo una breve discesa sulla destra la segnaletica mi indica un percorso di 5 km da percorrere per arrivare a destinazione. Imboccando la carreggiata mi accorgo che la strada è più ristretta ma ben tenuta e asfaltata in un paio di minuti arrivo all'abbeveratoio di Mannà. (Foto)
Riconosciute le bellezze paesaggistiche dell'area intorno alla fontana, L'amministrazione comunale un paio di anni fa crea un'area pik-nik per la sosta di tutti coloro che vogliono visitare i luoghi storici, inoltre quest'area da tempo è la sede naturale della "Festa del Grano" dove intorno al 2 di Agosto di ogni anno si svolge la manifestazione popolare tra stand-enogastronomici e musica un ritorno alla natura, ovvero al tempo della mietitura. Quest'anno per motivi logistici la manifestazione è stata fatta a Ciel di Rose (Inizio del nostro percorso storico-naturalistico).
Data la calura estiva scendo dalla macchina per fare una breve sosta e per bere l'acqua rinfrescante della fontana. Ricordo che l'acqua è potabile e proviene dal Lese (Savelli). Dirimpetto alla fontana mi accorgo che c'è Giovanni – oggi è proprietario di una delle quote date dall'OVS ai contadini nel 1951.- Dopo una breve confabulazione ed opportuni chiarimenti da me richiesti lascio la strada maestra per dirigermi, per la prima volta, verso quella stradina ristretta e cementificata che dalla fontana scende verso il basso immersa nella vegetazione ove l'ulivo è parte integrante. Dopo quasi un un chilometro il mio viaggio termina nei pressi di alcune costruzioni rurali, da dove posso avvistare l'abitato di Carfizzi alquanto vicino in linea d'aria di un paio di km. - Potrei proseguire a piedi per i viottoli, ma preferisco fare ritorno alla fontana da cui ero partito e immettermi sulla strada principale per continuare il mio percorso storico-naturalistico.
Ricordo ai miei lettori e a tutti coloro che intendono conoscere questa parte del nostro territorio comunale che mi trovo all'incirca a 200 metri di altezza dal livello del mare, sto proseguendo ad andatura media. Lungo la strada principale i terreni sono recintati e ben tenuti ed arati, alcuni con cancellate, si intravede anche qualche casetta rurale, ovunque volgendo lo sguardo si avvistano uliveti, molti impiantati anche di recente, di rado qualche vigneto.
Setto Dei Rossi
Arrivato in località Setto dei Rossi, esco dalla macchina e mi fermo per qualche minuto all'incrocio, la vista è incantevole, si scorge dritto tutta la vallata e da lontano il mare, mentre alla mia destra a più di un centinaio di metri c'è il Canyon con una vista mozzafiato sul nostro antico borgo (foto). Vorrei solo segnalare che andando in rettilineo dall'altro lato della strada si arriva a Madonna delle Grazie alle rovine del convento degli Eremiti Agostiniani (1546), la strada nell'ultimo tratto non è agevole.
Riprendo il viaggio e per circa un migliaio di metri il tratto è piuttosto piatto, i margini della carreggiata sono in parte alberati, sulla mia destra poco lontano si intravvede un vigneto sui fianchi della collina, dopo un percorso in rettilineo e superata la curva il terreno diventa scosceso e si apre alla mia vista la valle del Lipuda con i suoi affluenti e da lontano le terre collinari del cirò.
la strada è piuttosto ripida ma scorrevole con curve e tornanti, dopo poco tempo arrivo al piccolo incrocio nell'area di Palombardo. Vado avanti a sinistra tralasciando il sentiero che mi avrebbe portato allo Zimmunu. La strada che sto percorrendo sul crinale della collina, offre una vista panoramica eccezionale, degradando mi porta a Fragalà sul luogo ove avvennero i fatti del 1949, simbolo delle lotte contadine.
La frescura di quel grande albero mi protegge dai raggi del sole, alla cui ombra ripara la lapide commemorativa ai caduti in marmo con i loro nomi incisi. Accanto ad esso l'opera monumentale di Ernesto Treccani di Fragalà donata dal pittore nel 1979 in occasione della visita della presidente della Camera Nilde Iotti. L'opera rappresenta la sofferenza umana unitamente a quella dell'animale che sta per stramazzare al suolo. (FOTO)
Sono ai piedi del monumento eretto in onore dei caduti, sotto quell'albero maestoso che copre gran parte del crinale collinare a Fragalà, la silenziosità del luogo mi permette di meditare e rilassare la mente ricordando che proprio qui sono avvenuti quegli avvenimenti che fecero tanto eco e passarono alla storia come "i fatti di Melissa". (I poliziotti si disposero in semicerchio nella parte soprastante la collina – Dapprima con i manganelli si avventarono contro i contadini è successivamente spararono ad altezza d'uomo contro gli sventurati - Alcuni rimasero freddati sul terreno di lavoro altri furono feriti alle spalle -Inseguiti dalla Celere discesero per quei campi in fretta fino al torrente di Passeri e tornarono poco dopo in paese).
Rimango sopito e pensieroso per quei delitti impuniti, in fondo i contadini chiedevano solo di lavorare dei terreni incolti, la legge (decreto Gullo e Segni ) era dalla loro parte. Svegliandomi dallo stato di torpore ed ammirando l'attrattiva naturale del luogo, riprendo il viaggio che è ormai giunto al termine con il mio arrivo sul ponte posto sul torrente Passeri.
A conclusione del mio viaggio volevo invitare coloro che sono in vacanza nella nostra comunità e nel Cirotano di visitare i luoghi ove avvennero le lotte contadine per rendere onore alle vittime, restare immersi nella natura e potersi rilassare. Spero che il mio tour sia stato interessante anche per i tanti nostri concittadini e per tutti coloro che amano conoscere i luoghi storici, che per vari motivi sono lontano da noi.