Il  XX SECOLO

Primo Ventennio

.... le cui case arroccate e disposte a "semicerchi" digradino verso la campagna.
.... le cui case arroccate e disposte a "semicerchi" digradino verso la campagna.

L' insoddisfazione per le quotizzazioni delle proprietà comunali (1863 e 1891), La povertà diffusa, unitamente all'aumento della popolazione (passata da 825 del 1815 ai 2.361 del 1901) indussero molti Melissesi e loro familiari ad emigrare nelle Americhe ed in particolare negli Stati Uniti tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, per molti assunse nel tempo carattere definitivo per altri invece con le rimesse poterono attenuare la povertà delle loro famiglie e concretizzare quel sogno di ritornare, acquisendo la terra per poter lavorare ed avere una casa in cui vivere.  

                  ANTONIO POLITO  (1864 - 1924)

Nel primo ventennio del novecento per ben sedici anni dal 1902 al 1918 - Antonio Polito è stato Sindaco di Melissa subentrando al farmacista Francesco Ferraro. Figlio di Gioacchino Polito arrivato a Melissa da Drapia (VV) verso la metà dell'ottocento - Inizia la sua carriera politica come consigliere comunale  e nel 1991 al tempo delle quotizzazioni ed anche successivamente  acquisisce quote degli assegnatari  delle terre comunali.  

Così come era già avvenuto nell'ottocento per alcune famiglie (Rossi, Cinefra Calendini, Lupinacci,  Rizzuti) che avevano avuto in fitto i terreni comunali e del Berlingieri, allo stesso modo Antonio Polito da amministratore  alle dipendenze dello spezzanese Filippo Rizzuti nel 1898 succede allo stesso alla scadenza contrattuale, stipulando un contratto di fitto delle terre di Melissa con il Barone Berlingieri, piuttosto vantaggioso per quest'ultimo, pagando un canone quasi il doppio del Rizzuti. 

Avuti i fondi in fitto l'utilizza per la produzione di grano e per la propria attività armentizia. Le terre non sfruttate venivano date in subaffitto ai contadini e massari che pagavano spesso in natura a fine stagione, immagazzinando così grano e formaggio in gran quantità.

Aveva un forte potere sociale e politico nei confronti della popolazione, potendo disporre delle terre del feudo unitamente alla carica di sindaco.

Nel periodo di sindacatura del Polito vari accadimenti avvengono a Melissa ad iniziare dalla febbre malarica che interessa l'intero territorio comunale ove il sindaco è costretto a comprare il chinino per poterla debellare, alle alluvioni che distruggono il tracciato della strada della marina e fanno crollare i ponti sui torrenti che di fatto isolano Melissa per un lunghissimo periodo di tempo.

Tra il 1908 e il 1910 avvengono degli scontri tra la popolazione che invade ripetutamente gli uliveti per difendere l'uso civico dello "sbarro" in quanto ne traggono un sostentamento e le forze dell'ordine chiamate in causa per difendere la proprietà latifondista che cerca di sopprimere tale diritto. Lo scontro procura feriti tra i cittadini e gli agenti. "(N.B. Nel 1911 i piccoli proprietari coltivatori sono solamente 62 con "qualche ha" di terra a vigne e cereali)"

Ma la sfida che il sindaco e gli amministratori hanno dovuto affrontare unitamente alla popolazione con lo scoppio della prima guerra mondiale è stata la difficoltà del reperimento del grano. Aumentato di prezzo a causa degli speculatori e del mercato nero, gli amministratori comunali preso a prestito del denaro e comprato dal consorzio agrario il grano lo hanno venduto ai cittadini a prezzo calmierato.

Durante la guerra la situazione peggiora notevolmente anche per la penuria di generi alimentari, l'acqua della fontana di Gardu nell'estate del 1916 viene razionata e sorvegliata giorno e notte dalle guardie comunali con lo scopo esclusivo per bere - la crisi raggiunge il suo apice nel novembre 1917 quando la commissione militare requisisce il grano ai fratelli Polito e a Caparra (maggiori produttori) con l'assegnazione giornaliera pro-capite di 250 grammi di pane.

Nel 1918 anno in cui termina la guerra (novembre) la situazione non cambia in quanto i generi alimentari non arrivano seppur razionati dalle autorità, intanto l'epidemia cosiddetta "Spagnola" infuria facendo salire a 115 il numero dei morti a Melissa nel solo 1918. Al Polito nello stesso anno succede alla guida del paese Giovanni Scaglione (Senior).

L' OPERA NAZIONALE COMBATTENTI  (ONC) - LA QUOTIZZAZIONE DEL 1923

          La gente di Melissa ha sempre desiderato un pezzo di terra da poter lavorare, questo sogno si è accentuato con l'approvazione della legge del 2 agosto 1806 sulla eversione della feudalità, i risultati comunque non sono stati molto incoraggianti. Infatti, con le tardive quotizzazioni del 1863 e del 1891 sono state distribuite complessivamente 3.650 tomolate  delle terre comunali ai capofamiglia, ad appropriarsene sono stati soprattutto i possidenti locali con le acquisizioni delle quote dei più bisognosi costretti a cederli per mancanza di mezzi finanziari e strumentali. Bisogna ricordare i giovani che in questo periodo emigrarono in America cedendo o dando come caparra i loro piccoli appezzamenti per il debito contratto.

 Il problema della terra è sempre stato centrale a Melissa, si è riproposto con veemenza quando venne istituita l'Opera Nazionale Combattenti ( dicembre 1917), ente che si occupava dell'assistenza e del reinserimento dei reduci nel mondo del lavoro il cui motto era " la terra ai lavoratori " e con l'emanazione del Decreto Regio del 2/9/1919 Visocchi con cui si autorizzava il prefetto ad assegnare la temporanea l'occupazione di terre incolte o mal coltivate a contadini organizzati in associazioni legalmente costituite. (Ufficialmente il decreto aveva lo scopo di volere aumentare la produzione agricola, ma verosimilmente si desiderava condonare le innumerevoli occupazioni di terre incolte del latifondo in tutta la penisola).

Finita la guerra, l'aumento dei prezzi aveva aggravato notevolmente le precarie condizioni di vita. Le conseguenze del malessere avevano portato la popolazione a manifestare e ad occupare il municipio il 13/07/1919. Anche la disoccupazione era dilagante, i lavori per la ricostruzione dei ponti crollati che collegano Melissa alla marina e il tronco stradale Muzzonetti - Melissa già progettato molti anni prima ed appaltato nel febbraio 1920 non partiva, la gente si oppose con la protesta di non pagare le imposte ostacolando la consegna dei ruoli all'esattore, alcuni ne pagarono le conseguenze giudiziarie.

In questa situazione di estremo disaggio economico-sociale i soci della Cooperativa Agricola locale di orientamento socialista avevano dato l'assalto alle terre del Berlingeri e 100 ettari erano stati concessi dal prefetto in fitto per 4 anni. Nonostante  l'emanazione dei decreti Falcioni e Micheli  con norme più restrittive sulle concessioni rispetto alla Visocchi - le occupazioni delle terre ancora  continuavano. A Melissa la cooperativa agricola invadeva altri fondi  (S. Agostino) ritenendo insufficiente per quantità quelli che erano stati concessi.

 Il 14/06/1920 il Collegio Centrale Arbitrale dell'ONC decide di espropriare al Berlingieri i fondi: Campo, Chiuse, Piano della Corte, Ponta Sottana e Saccorà, certi vicino all'abitato per complessive cinquecentotredici tomolate (171 ettari), la metà di quello che aveva chiesto, un anno prima, con una missiva il notaio Ferraro indirizzata all'ONC in rappresentanza di 152 reduci di guerra Melissesi.

Solo dopo tre anni dall'espropriazione i terreni vennero assegnati ai combattenti ed anche ai soci della cooperativa agricola, a partire dal primo settembre del 1923.

 Qualche mese prima nell'Aprile del 1923 veniva firmato il  "Patto Agrario del Crotonese" voluto dal regime fascista per attenuare le tensioni sociali e dare ai contadini una risposta alla incombente richiesta di terre da coltivare onde evitare le occupazioni della proprietà latifondista e dei loro fittavoli. Costoro tutelati da molte clausole e poco propensi a cedere le terre più produttive in quanto destinate ad affittanze più remunerative o coltivate per proprio conto, riservarono ai contadini quelle marginali o poco produttive. Nel Crotonese sono sedici i comuni che stipularono con la firma i patti agrari per un periodo di tre anni corrispondendo per ogni tomolata di terra uno o due tomoli di prodotto. La famiglia Polito affittuaria delle terre del Berlingieri concede in base agli accordi 748 tomolate di terre marginali a 220 contadini in fondo nulla cambia in quanto i contadini continuano a dipendere economicamente dalla stessa  famiglia che  concede ancora  le terre del Berlingieri in subaffitto.

Dall'Organizzazione Nazionale Combattenti i terreni espropriati vennero divisi in 102 quote di cinque tomolate ciascuna, (tre tomolate e mezza in collina e una e mezza in pianura) ed assegnate a 90 concessionari (alcuni ebbero più quote) di cui solo 32 erano gli ex combattenti. Ogni quota in genere aveva un valore di 3.600 lire, un quarto (900 lire) doveva essere versato subito all'ONC; il restante andava pagato entro il 1933 in dieci annualità. Nei terreni di pianura i concessionari dovevano impiantare vigneti, in quelli di collina ulivi, cereali e leguminose. Molti soci hanno dovuto rinunciare alle quote per non avere avuto il denaro sufficiente per l'anticipo da versare all'ONG altri erano partiti per le Americhe - Coloro che sono stati assegnatari ed hanno versato l'acconto e la rateizzazione alla fine nel 1937 sono stati immessi nella proprietà dopo aver accertato i miglioramenti effettuati sulla proprietà.

La differenza tra le quotizzazioni dell'ottocento e quella del XXIII del novecento consiste nel fatto che: le prime come più volte rilevato le quote sono state rilevate dai possidenti locali - mentre nell'ultima quotizzazione le quote sono rimaste sostanzialmente agli assegnatari.

Bibliografia: Antonio Cosentino,  La quotizzazione Dell'Opera Nazionale per i combattenti a Melissa

I SOCIALISTI 

A Melissa, già dagli anni ottanta dell'ottocento esisteva una società operaia di mutuo soccorso di ispirazione socialista a cui aderivano soprattutto braccianti e contadini, il cui scopo era quello di aiutare i lavoratori a migliorare la qualità della vita, organizzata sulla concezione mutualistica e solidale. Presidente era Cesare Trombetta da Strongoli medico condotto del comune. 

Sono gli attivisti, gli aderenti ai circoli, alle società operaie e alle leghe di lavoratori che diffondono la dottrina politica del socialismo tra le classi subalterne o operaie. L' ideologia dell'uguaglianza sociale ed economica  era sicuramente molto sentita da una comunità formata in maggior parte da " gente povera " che è stata per molto tempo "angariata da un gruppetto di don" e quel pensiero o dottrina rappresentava la soluzione ideale ai problemi e la fuga dalla dura realtà quotidiana.  Bisogna comunque aspettare le elezioni comunali del 1914, affinché entra per la prima volta a fare parte del consiglio comunale una rappresentanza socialista, anche se minoritaria.

Quel gruppo monarchico-liberale, coloro che disponevano delle terre del feudo continueranno ad amministrare e gestire e le risorse pubbliche fin oltre la prima guerra mondiale e fino al 15 luglio 1919 giorno in cui viene nominato il commissario prefettizio Caivano.  Due giorni prima una moltitudine di persone partita dalla sede della società operaia (sezione socialista) alla guida del suo presidente Raffaele Ferraro notaio e maestro e del presidente della cooperativa di consumo Francesco Mauro "con la bandiera rossa in testa si dirige verso la casa comunale gridando "Abbasso il municipio, abbasso gli amministratori, viva il socialismo". Molti ardimentosi entrarono nel Municipio costringendo il segretario Cannata e l'assessore Bruni a consegnare le chiavi ai carabinieri. La manifestazione aveva preso origine dall'aumento dei prezzi e del costo della vita, inoltre la popolazione contestava gli amministratori comunali per vari addebiti tra cui quello di aver distribuito durante la guerra i generi alimentari ingiustamente tra le famiglie - non seguirono conseguenze giudiziali.

Altra fortissima protesta popolare è stata quella del maggio 1920. Si protestava perché si appaltassero i lavori della strada Serra Muzzonetti - Melissa - l'ostacolo alla consegna dei ruoli e di non pagare le tasse decide l'arresto di 17 persone tra cui i presidenti della cooperativa operaia socialista di produzione e di consumo  Raffaele Ferraro e Ferdinando Calendini - I fatti hanno avuto risonanza nazionale e alla loro liberazione provvisoria il 7 giugno furono accolti dalla popolazione in festa. Quanto avvenuto determina che i lavori stradali siano alla fine appaltati.

L'entusiasmo, comunque, era alle stelle il socialismo aveva un fortissimo seguito quasi il novanta per cento della popolazione come ricorda l'ex sindaco Albo.

 La prima sezione socialista a Melissa fu aperta nel 1919 grazie al contributo di Micuzzo Abbruzzese e Vincenzo Santilli. Micuzzo aveva lavorato per qualche tempo per le ferrovie e frequentava insieme a Vincenzo Santilli il circolo ferrovieri a Crotone situato sotto i portici, dove conobbero Enrico Mastracchi sindacalista e personaggio politico, guidò i contadini nel Crotonese alle occupazioni delle terre e il dott. Pasquale Tassone. " il circolo era considerato il centro del movimento proletario d'avanguardia cui faceva capo la sinistra di tutto il crotonese". Consigliati da questi ed aiutati da Raffaele Ferraro il circolo fu aperto raccogliendo del denaro e furono costituite le due cooperative di consumo e agricola, questa aveva lo scopo di occupare le terre incolte. 

Micuzzo e Vincenzo  " i due antesignani del socialismo Melissese, nell'immediato dopoguerra furono i veri protagonisti di un movimento  popolare che si prefiggeva il riscatto della dignità umana oppressa, erano amiconi, sufficientemente colti per quei tempi, pur avendo frequentato le elementari". Così uniti nelle lotte civiche che il fato li volle accomunati anche nella morte in giovane età.

Le lotte sociali  furono il   frutto  anche dello stato di coscienza comune acquisito dalla popolazione e dalla necessità che le cose dovrebbero mutare nell'immediato - Il tutto preoccupa coloro che della miseria altrui avevano costruito il loro benessere, tenendo sottomessa la massa e potendo disporre dei braccianti per dodici ore per un tozzo di pane non sufficiente ai bisogni personali e familiari. 

A distanza di 14 mesi dal commissariamento dall'amministrazione monarchico-liberale e dopo l'insediamento in successione di tre commissari prefettizi Caivano, Ryllo e Barillaro nel mese di settembre 1920 si arriva alle elezioni comunali, le seconde a suffragio quasi universale maschile ove più di 600 elettori aventi diritto sanciscono per la prima volta la vittoria dei socialisti e Giovanni Santillo farmacista il 23 settembre 1920 assume la carica di sindaco, i consiglieri  comunali socialisti in maggior parte sono  contadini.

L'amministrazione socialista una volta insediata tra le prime misure intraprese raddoppia la tassa sul bestiame ed aumenta la tassazione dei beni dei possidenti, contrae dei mutui con alcuni benestanti locali per l'acquisto di grano per approvvigionare la popolazione a prezzi calmierati ed impedisce ai produttori locali di cedere le loro produzione all'esterno del territorio comunale e viene requisito il formaggio pecorino. Inoltre viene costituita una commissione per verificare eventuali usurpazione del Berlingieri e dei suoi affittuari ai danni dei terreni comunali. Vengono prese misure di igiene pubblica, "si allontanano dall'abitato gli animali allevati non per uso personale ma per industria." 

Intanto iniziano anche i lavori per la costruzione della strada Serra Muzzonetti Melissa, appaltati alla ditta Calegari, Il progetto prevede che la strada rotabile attraversa l'abitato e si ricongiunge alla strada che collega Melissa alla stazione della marina. L'opera sicuramente aiuta le famiglie dei lavoratori locali ma i dissidi tra la popolazione per il tracciato della strada all'interno del paese diventa un ostacolo insormontabile in quanto porta all'abbattimento di numerose case e molti si oppongono, non accettano l'indennità ministeriale, in quanto non tiene conto del rilevante aumento dei prezzi. I consiglieri cercano l'accordo con un nuovo progetto ma le divergenze sono tali da non consentire l'accordo per l'attraversamento e pertanto i lavori si fermarono a San Francesco. 

Nonostante l'aumento dei tributi e il conseguimento di alcuni mutui contratti I margini di manovra per l'amministrazione risultano piuttosto limitati data l'esiguità delle risorse finanziarie comunali disponibili rispetto alle necessità, ai bisogni e alle aspettative della gente. Ancora nel 1921 l'amministrazione viene privata dell'affitto dei terreni di Santa Domenica ove sorge la miniera della ditta Deni, Rossetti, Morelli  società concessionaria  che chiude per grave crisi di mercato. I lavori verranno comunque ripresi nel gennaio del 1925 e la società concessionaria affiderà  la direzione dei lavori alla ditta Vetta Francesco di S. Nicola dell'Alto.   Si cerca comunque di alleviare le sofferenze dei più deboli "elevando a 157 il numero delle famiglie nell'elenco dei poveri aventi diritto gratuitamente all'assistenza sanitaria, ai medicinali, al chinino antimalarico ed alla cassa funebre".  Si aderisce al consorzio per la costruzione dell'acquedotto che dovrebbe servire i paesi del circondario. "Precedentemente l'amministrazione aveva fatto redigere il progetto dell'edificio scolastico da costruirsi al posto della diruta chiesa di S. Caterina" vicino  casa Polito.

L'amministrazione socialista si adopera inoltre per la ricerca di terre da affidare alle cooperative agricole in quanto risultano insufficienti quelle già assegnate. È proprio in questo periodo amministrativo che l'Organizzazione Nazionale Combattenti (ONC) espropria i terreni vicino l'abitato al Berlingieri - ma verranno assegnati solo nel settembre 1923 quasi quattro mesi dopo lo scioglimento del consiglio comunale avvenuto il 6 maggio 1923 con la nomina di un commissario prefettizio.  Dopo due anni e 196 giorni Giovanni Santillo è costretto a lasciare l'amministrazione del paese, il clima ormai era cambiato e una lunga nube nera stava all'orizzonte della comunità, i figli di coloro che in precedenza avevano amministrato si preparavano attraverso un'operazione gattopardesca a cambiare pelle, purché nulla cambi, ma questa è un'altra storia che racconteremo. (Il Periodo Fascista)

Bibliografia: Fortunato Albo, Melissa un paese di gente povera

Bibliografia: Antonio Cosentino, Melissa contemporanea

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