Francesco Rossi

Francesco Rossi nasce  nel 1774 da D. Gennaro Rossi (o Russo) di Melissa e da Viola Fazio  di Carfizzi. Apparteneva ad una nota famiglia  di massari ed affittuari terrieri.  Viene ricordato per essere stato un personaggio politico,  ma soprattutto un importante  imprenditore  agricolo- armentizio  al centro degli interessi dell'intera comunità. Si laurea in  legge  a Napoli. 

Di ideali giacobini nel 1799 deve fuggire da Napoli e rifugiarsi in Francia per evitare una condanna a morte   dei Borboni. In Francia compie lavori umili e si arruola nell'esercito di Napoleone ottenendo il grado di colonnello. Ritornato a casa si sposa con Mariangela Calendini appartenente ad un'altra famiglia di massari la cui abitazione è poco distante da quella dei Rossi proprio al centro del paese poco sopra la chiesa matrice di San Nicola. 

 Il Rossi svolge oltre le attività armentizie (il suo bestiame e secondo solo a quello del barone Pignatelli) anche l'attività creditizia (presta denaro al comune) e  "grazie alla sua laurea in legge ed alle sue idee politiche, nel decennio francese ricopre vari incarichi amministrativi: giudice di pace aggiunto nel 1809; cassiere nel 1811 dei beni della chiesa arcipretale di S. Nicola in quanto maggiore contribuente fondiario locale; nello stesso anno agente divisore dei demani feudali di Cirò;  decurione nel 1813."  

 Divenuto cassiere comunale nel 1815 per 4.550 ducati annui  prende  in fitto tutti i terreni comunali  per sei anni  e dal 1816 per 1.300 ducati annui,  prende in fitto  dall'ex barone Pignatellli  i terreni della marina. Le terre più produttive vengono gestite in proprio per fare  "masseria" di grano e industria armentizia  i cui prodotti  vengono poi immessi sul mercato.  I terreni marginali meno produttivi vengono subaffittati a massari e contadini. Con la gestione di tutti i terreni comunali e  con buona parte dei fondi  dell'ex feudatario, il Rossi nei confronti della popolazione esercita un forte potere di monopolio della terra - fonte primaria di reddito.

Il centro della sua attività economica è rappresentato da un fabbricato rurale  in località Speziale non molto lontano dal paese "contemporaneamente egli costruisce nella ruga Bizzoli, abitata anticamente dai suoi antenati un moderno palazzo (arricchito di una preziosa biblioteca)". " il Palazzo e la masseria del Rossi diventano così i simboli fisici del potere che il "galantuomo"  ha sul territorio e sulla comunità."

A seguito dei moti del luglio  1820 il re è costretto a concedere la costituzione - Francesco  Rossi ottiene un importante incarico politico di deputato del distretto di Crotone  nel primo parlamento del Regno di Napoli  - Il Parlamento fu sciolto  nel marzo del  1821 avendo i Borboni ripristinato l'ordine  precedente.  Il  Rossi non subì alcuna conseguenza giudiziaria -  "era stato eletto  grazie alla carboneria  una setta espressione politica degli interessi della borghesia terriera." A soli 51 anni muore  nel 1825 nella sua casa dei  Bizzoli lasciando la moglie  e i figli.

Bibliografia: A. Cosentino - Melissa Medievale e Moderna

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